Controllare le caldaie è un dovere civico perché preserva la salute propria e di tutti i cittadini. Il buon funzionamento degli impianti permette una corretta combustione con conseguente riduzione dell’impatto ambientale. Grazie agli interventi preventivi si riducono i consumi di gas e di manutenzione, quindi le spese.
Secondo la legge, è il responsabile dell’impianto, ovvero l’occupante dell’appartamento o l’amministratore nel caso di un condominio, che deve preoccuparsi di effettuare la manutenzione periodica, prevista nel Decreto legislativo del 19/08/2005, n. 192, art. 7, com. 1.
Se il responsabile conduce un impianto senza la corretta manutenzione, è soggetto alle sanzioni previste dalla Deliberazione della Giunta regionale 31/07/2015, n. 10/3965, art. 24, com. 5, let. l, per un importo a partire 500,00 € fino a 3.000,00 €.
La manutenzione periodica deve essere affidata a un manutentore o a un'impresa in possesso dei requisiti tecnico-professionali stabiliti dal Decreto ministeriale 22/01/2008, n. 37.
Nei Comuni con meno di 40.000 abitanti, l'Amministrazione comunale collabora con la Provincia o Città metropolitana per il controllo degli impianti termici. La Provincia o Città metropolitana effettua infatti le verifiche a campione degli impianti, poi segnala al Comune i casi che possono essere pericolosi per gli occupanti e che devono essere messi a norma.
Nei Comuni con più di 40.000 abitanti, l'Amministrazione comunale è direttamente responsabile dei controlli sugli impianti termici (Decreto del Presidente della Repubblica 21/12/1999, n. 551, art. 13 e Deliberazione della Giunta regionale 31/07/2015, n. 10/3965, art. 5, com. 2).
In entrambi i casi, quando un impianto non è conforme, il Comune emette appositi provvedimenti di messa a norma e fissa il termine per l'adeguamento. Nel caso in cui il provvedimento non venga rispettato, il Comune può procedere denunciandolo alla Procura.